La presenza di diabete nella popolazione mondiale è aumenta negli ultimi 30-40 anni: si pensi che, dagli anni 80 ad oggi è quasi quadruplicata. Attualmente quasi 3,4 milioni di italiani hanno una diagnosi di diabete e si stima che questi numeri siano destinati a salire per effetto dell’invecchiamento della popolazione.
MA COS’È IL DIABETE? È UNA MALATTIA CONTAGIOSA O EREDITARIA?
Il diabete è una malattia in cui c’è aumento nel sangue dei livelli di glucosio (zucchero; la glicemia) per un deficit della quantità d’insulina o della sua efficacia biologica. L’insulina non è nient’altro che un ormone capace di controllare la glicemia nel sangue, e che viene prodotto dal pancreas.
Il diabete non è una malattia contagiosa: vivere con un diabetico non fa venire il diabete. Il diabete non è una malattia ereditaria, nel senso che, tranne che per poche varietà molto rare (es. MODY), non c’è un passaggio inevitabile della malattia da una generazione ad un’altra. Esiste però una predisposizione familiare, soprattutto in caso di diabete tipo 2, per cui chi ha un diabetico fra i parenti di primo grado (genitori, fratelli) ha un rischio di ammalarsi superiore rispetto a chi non ha parenti con la malattia.
PREVENZIONE ALLA MALATTIA
Numerosi studi hanno confermato come un corretto stile di vita, ovvero una sana alimentazione e un maggiore dispendio energetico attraverso l’attività fisica, possa non solo rallentare il progredire della malattia ma addirittura farla regredire.
Tuttora la maggioranza dei diabetici è in sovrappeso od obesa; pertanto il primo passo sarebbe proprio imparare a mangiare, evitando cibi che ci permettano di innalzare il picco glicemico (come tutti i prodotti da forno), e scegliendo alimenti a basso indice glicemico (come i carboidrati complessi) e ricchi di fibra, per ridurre la velocità di assorbimento degli zuccheri. Tutto questo è da considerare soprattutto nei soggetti pre-diabetici, ovvero nei soggetti in cui la glicemia è borderline, ma non abbastanza elevata per poter fare diagnosi di diabete. Inoltre è stato dimostrato (secondo Royal Taylor – docente dell’università di Newcastle) che dimagrire può liberare dal diabete di tipo 2 i pazienti che ancora rispondono all’insulina: una drastica riduzione del peso può consentire di ridurre o addirittura sospendere i farmaci anti-diabete. Il grasso in eccesso pregiudica il funzionamento degli organi interni; il fegato produce più glucosio, il pancreas non sintetizza abbastanza insulina e le cellule muscolari consumano meno glucosio. Quindi dimagrire significa ripulire le cellule dall’eccesso di grasso e consente loro di tornare più sensibili all’insulina, affaticando meno il pancreas, che riprende a produrre regolarmente l’ormone.
Vediamo in sintesi alcuni suggerimenti da seguire:
-una DIETA BILANCIATA (mangiando meno grassi, più verdura e più carboidrati complessi come la pasta e i legumi);
– Controllo del PESO;
– una vita il meno possibile SEDENTARIA;
– non FUMARE;
– il controllo costante per SOGGETTI a RISCHIO.
Lo stile di vita alle volte risulta una grande arma contro innumerevoli patologie, senza dover necessariamente ricorrere ad altri “strataggemmi”, l’importante è conoscerla e saperla utilizzare nel modo corretto!
QUALI ANALISI POSSIAMO FARE PER AVERE DIAGNOSI DI DIABETE?
Le analisi da effettuare sono semplici analisi del sangue, glicemia a digiuno e emoglobina glicosilata (specialmente se si ha familiarità).
L’emoglobina è una particolare proteina presente sulla superficie dei globuli rossi, che determina la capacità di trasportare il sangue agli organi e ai tessuti.
Il glucosio, presente nel sangue ad alte concentrazioni in caso di diabete, può legarsi all’emoglobina, formando appunto l’emoglobina glicata (HbA1c). ll test dell’emoglobina glicata rappresenta una stima della quantità di glucosio che è stata presente nel sangue nei due-tre mesi precedenti all’analisi; quindi è un’analisi molto più specifica della glicemia a digiuno, che ci solo un valore.
QUALI SONO I VALORI DA CONSIDERARE PER AVERE DIAGNOSI DI DIABETE?
-L’emoglobina glicata deve essere uguale o superiore a 6,5 %;
-La glicemia misurata in laboratorio è uguale o superiore a 126 mg/dl (al mattino, dopo 8 ore di digiuno);
-La glicemia è uguale o superiore a 200 mg/dl alla seconda ora dopo il pasto;
-La glicemia è uguale o superiore a 200 mg/dl in un momento qualsiasi della giornata, in presenza di sintomi della malattia.
(Dati presi dal SID – Società Italiana di Diabetologia).
Biologa Nutrizionista
Dott.ssa Antonella Stallone
(Via P. Telesforo, Foggia)